Al via la conferenza mondiale che riunisce esperti e attivisti.L'epidemia resiste, oltre 33 milioni le persone colpite dal virus Hiv
Aids, l'appello da Città del Messico "Agire ora, cure a tutti nel 2010"
CITTA' DEL MESSICO - Se ne parla forse meno, ma l'epidemia resiste ed è sempre aggressiva. L'Aids uccide ancora e il virus dell'Hiv continua la sua corsa: nel mondo sono 33 milioni fra adulti e bambini le persone colpite. E l'invito che arriva da Città del Messico, per la conferenza mondiale sull'Aids che si apre questa sera in Messico, è per un'azione globale immediata e concreta. Portare le cure ovunque e farlo in tempi rapidi è il nuovo obiettivo, ma il compito è tutt'altro che facile.
La conferenza, preceduta da una marcia lungo le vie principali dell'immensa metropoli (LE FOTO), ha richiamato oltre 25mila tra esperti e attivisti in quella che è la città più popolosa del mondo con i suoi 24 milioni di abitanti. L'incontro si propone di definire strategie precise per portare ovunque farmaci e prevenzione, con l'obiettivo ambizioso di fornire cure a tutti entro il 2010.
Dopo anni di appelli perché fossero disponibili anche nel Sud del mondo i farmaci antivirali che dalla metà degli anni '90 hanno cambiato il volto della malattia, è ormai chiaro che i farmaci da soli non bastano a sconfiggere la più aggressiva delle epidemie. Adesso, dicono gli esperti, è ora di mettere in atto una nuova strategia che punti, oltre che sulla disponibilità dei farmaci, su un'organizzazione dei sistemi sanitari di ciascun Paese tale da permettere che terapia e prevenzione raggiungano effettivamente tutti coloro che ne hanno bisogno.
Accanto al presidente del Messico, Felipe Calderon Hinojosa, e al ministro messicano della Salute, Jose Angel Cordova Villalobos, inaugurano questa sera la conferenza mondiale il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), Margaret Chan. E c'è attesa anche per il discorso del direttore esecutivo del programma sull'Aids delle Nazioni Unite (Unaids), Peter Piot.
Grande attenzione è riservata alla ricerca, con il rilancio della caccia al vaccino. A indicare la ricerca sul vaccino contro l'Aids come una priorità sarà nei prossimi giorni un'intera sessione del congresso, coordinata dal direttore dell'Istituto statunitense per la ricerca sulle malattie infettive (Niaid), Anthony Fauci.
"L'epidemia si sta stabilizzando, ma a livelli inaccettabili", dicono gli esperti del programma delle Nazioni Unite per la lotta all'Aids (Unaids). I casi stimati nel mondo superano infatti i 33 milioni e l'epidemia regredisce in modo lentissimo, tanto che i nuovi casi dal 2001 al 2007 si sono ridotti appena da tre a 2,7 milioni. Ventidue milioni di persone che hanno contratto la malattia vivono nell'Africa sub-sahariana, 4,2 milioni nel Sud-Est asiatico e nell'Asia meridionale, 1,7 milioni in America Latina e 1,5 milioni nell'Europa dell'Est e in Asia centrale. Seguono il Nord America, con 1,2 milioni di persone colpite dal virus Hiv, seguito a distanza da Asia orientale (740.000), Europa occidentale e centrale (730.000), Medio Oriente e Nord Africa (380.000), Caraibi (230.000) e Oceania (74.000).
L'epidemia continua ad estendersi, soprattutto tra i tossicodipendenti che si scambiano le siringhe, fra gli omosessuali e nel mondo della prostituzione. E non risparmia i più giovani: bambini e adolescenti al di sotto dei 15 anni che vivono con il virus Hiv sono aumentati da 1,6 milioni nel 2001 a due milioni nel 2007. Il 90% di essi vive nell'Africa sub-sahariana. Ed è proprio con queste cifre che si scontra l'appello all'accesso universale alle terapie e alla prevenzione, slogan della conferenza mondiale di Città del Messico.
Fonte: Repubblica.it