con Irene Canali, Rossana Mantesedrammaturgia Marco Gnaccoliniscene, costumi e oggetti Alessandra Dolce regia Woodstock Teatro Raccogliendo una vecchia leggenda delle Dolomiti si racconta di una bambina, Gerda, che riesce a salvare

il suo migliore amico, Kay, dalla Regina della Neve. Trovando il coraggio di viaggiare in un mondo gelido e innevato fino al castello della Regina, Gerda incontra creature selvagge e sovrannaturali e riesce alla fine a liberare il suo amico Kay dal gelo che gli aveva toccato e ammalato il cuore, rendendolo insensibile a tutto e tutti, persino alla loro amicizia. Il progetto nasce dalla volontà di raccontare ciò che a volte prende il nome di “malattia”, con particolare attenzione ai sintomi dell’autismo, inteso come perdita del contatto con la realtà. Il progetto spinge le persone a non perseverare nell’abbandono di chi ci sembra irraggiungibile, ma di lottare insieme per la riconciliazione. TEMATICHE:La meraviglia è la chiave identitaria del progetto, quel sentimento vivo e improvviso di ammirazione e di sorpresa che si prova nel vedere, udire, conoscere cose che sono o che ci appaiono per la prima volta nuove, straordinarie, strane o comunque inaspettate. Questo particolare sentimento è personificato, nella nostra storia, dalla bambina Gerda e dalle scelte legate all’allestimento scenico sensoriale e di immagini fantasmagoriche. La malattia è invece il tema su cui si vuole riflettere raccontando il personaggio di Kay, il quale colpito dal freddo della Regina della Neve, si isola in un mondo irraggiungibile dagli altri, perdendo così ogni legame e interesse. Attraverso la relazione tra queste due tematiche si vuole poter raccontare e continuare a credere possibile che se una malattia può raffreddare l’amore e l’entusiasmo che ognuno di noi porta con sé fino a renderci insensibili ad ogni meraviglia del vivere, che allora il tornare a meravigliarsi di fronte alla vita diventi la nostra forma di cura e di resistenza ad ogni malattia.