versione italiana e adattamento Fabrizio Sinisi e Valter Malostiuno spettacolo di Valter Malostie con Anna Della Rosa, Sara Bertelà, Edoardo Ribatto, Paolo Giangrasso, Roberta Lanave, Matteo Baiardi, Marcello Spinetta© Copyright

Foto: Tommaso Le Peraproduzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Carcano - Centro d’Arte Contemporanea, Luganoinscenain collaborazione con Intesa San Paolo Cesare Garboli scriveva come Il Misantropo fosse «un classico del Novecento scritto tre secoli fa». Un testo totalmente “al presente”, violento, potente, perturbante. Una commedia tragica, venata di una forma di umorismo instabile e pericolante, che porta in sé le vive ferite costate al suo autore: in essa emergono le nevrosi, i tradimenti, i dolori di un personaggio capace di trasformare tutto il proprio disagio e la propria rabbia in una formidabile macchina filosofica, esistenziale e politica. Allo stesso tempo è anche il dramma di un essere inadeguato alla realtà, la tragedia di un uomo ridicolo, che si scontra con un femminile complesso e modernissimo, rappresentato come un prisma dalle tre figure di donna presenti nel testo, una sorta di misteriosa trinità. Valter Malosti, dopo il grande successo della sua rilettura de La scuola delle mogli, torna ad affrontare Molière, e lo fa proponendo al pubblico un Misantropo del tutto inedito. L’Alceste di Malosti è un filosofo, un nero buffone, un folle estremista del pensiero, che assume in sé anche le risonanze più intime e strazianti del dramma molieriano, senza rinunciare alla sottile linea comica tipica del protagonista. Accanto a lui, nella parte di un’inedita Célimène, Anna Della Rosa, ammirata al cinema nel film premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino, insieme a un cast di altissimo livello: Sara Bertelà, Edoardo Ribatto, Roberta Lanave, Paolo Giangrasso. Poiché Il Misantropo è anche testo di grande coralità, che si riscrive in scena con gli attori e che dunque richiede interpreti di grande finezza, per far risaltare i chiaroscuri della scrittura molieriana. Dalla rassegna stampa"Il Misantropo di Valter Malosti è esteticamente scorretto, non concede spazio all’abbellimento, non fa nulla per evitare la sgradevolezza, anzi accentua i toni acidi evidenti fin dal suo impianto visivo, che suggerisce un mondo sospeso tra moda e rock, tra salotti e discoteche. (…) Il nucleo portante della regia di Malosti è nel rapporto nevrotico di Alceste con Célimène, e più in generale con le donne... in una luce modernissima... In questo nodo sessuale, così molièriano e al tempo stesso così estraneo alle tradizioni interpretative del testo, sta a mio avviso l’aspetto più vivo dell’approccio di Malosti, quello che risponde a una necessità più profonda. L’attore-regista, in linea col resto del suo adattamento, infonde al personaggio un che di perverso, di scontrosamente e lividamente marionettistico". Renato Palazzi, Il Sole 24 Ore