Gli dei egiziani vengono organizzati in un sistema che sfocia nella costituzione delle due Enneadi, una maggiore ed una minore. Nella Grande Enneade si trovano 9 divinità ed accanto ad esse ci sono tante altre divinità prettamente di carattere locale caratterizzate da uno spiccato zoomorfismo.
Per i Greci erano gli stessi dei che, spaventati dalla furia di Tifone, si erano rifugiati in Egitto e si erano trasformati in animali per non farsi riconoscere. Horo è il dio falco; Hator è designata dalla vacca; Anubi ha invece un aspetto canino; Sobek è il dio coccodrillo; Thot ha l’aspetto di un ibis.Probabilmente prima, ogni villaggio, possedeva un essere extra-umano, ma con l’unificazione politica del paese sotto un solo sovrano ha prodotto uno sforzo di unificazione religiosa. Quest’unificazione ha prodotto un fenomeno di Teocrasia, ovvero di assimilazione degli dei che vengono ad assumere forme e caratteri di un altro dio e tradotti anche nelle forme composte del nome. Ne è un esempio il caso di Ra con l’incontro di Aton che diventa Ra-Aton o da quello con Amon che produce Amon-Ra. Tale teologia dovette il suo successo alla capacità di assimilare e rielaborare le tradizioni locali senza soffocarle.
Secondo gli antichi egizi sono 5 gli elementi senza i quali non è possibile l’esistenza:
- Il Nome: è fondato sulla forza creatrice della parola. Questo, assegnato all’individuo al momento della sua nascita ne esprime la qualità e il destino.
- L’Ombra: è il doppio immateriale dell’uomo e di tutte le forme assunte da lui nella vita.
- Lo Akh: è il principio solare ed indispensabile per il passaggio all’Aldilà ed è anche un elemento che si conquista vivendo il proprio Ka.
- Il Ba: è un principio immateriale. Pur indipendente dall’individuo ne è il doppio con cui l’uomo può dialogare. Esso è raffigurato come un uccello dal volto umano che abbandona il defunto al momento della morte e che con quello si riunifica dopo la mummificazione. Solo gli dei possono possedere più di un Ba.
- Il Ka: è la forza di ogni essere. Questo è in grado di moltiplicarsi in proporzione della potenza del possessore, al punto che Ra ne aveva 14.
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