Cos'è il REM nel poker? Si tratta di un concetto introdotto da Flynn, Mehta e Miller, autori del testo “Professional No-Limit Hold’em: volume 1”. Il Rem è una nozione, nonché un acronimo, che sta per: Range, Equity e Maximize. Analizziamo nel dettaglio ognuno di questi tre fattori.
Range: prima di fare la vostra mossa dovrete tenere ben in mente e individuare il range di mani che il vostro avversario è disposto a giocare. Un risultato frutto di un'attenta osservazione delle mani e partite giocate in precedenza. Equity: vanno poi prese in esame le Equity in relazione a range di mani del vostro avversario in antecedenza individuate. Maximize: ottenere il massimo EV in relazione a tutte le informazioni sinora raccolte.
Come funziona il Range? Non è necessario conoscere in modo esatto le due carte nella mani del vostro avversario. Basta una lettura che ci consenta di assegnare un range di mani altamente plausibili. Più è ristretto questo range, maggiore sarà accurata la nostra analisi. Le strategie che possiamo adottare sono in sostanza due: da una parte sfruttare la conoscenza personale dell'avversario, dall'altra utilizzare, quando possibile, software di monitoraggio e statistiche per recuperare dati dettagliati.
Come funziona l'Equity? Terminata la prima fase del Rem, passiamo all'Equity. Assegnato allora un range di mani al nostro avversario, andiamo a determinare dove siamo nella mano, con un'oculata valutazione della situazione. Facciamo un esempio pratico. Se assegniamo un range del 5% al nostro avversario – con coppie da 10 in su, A-K, A-Q e K-Q – mentre noi siamo in possesso di un Q-J suited, allora sapremo che in fase pre-flop il nostro avversario ha il 66% a fronte del nostro 33%. L'ultima fase è chiamata Maximize. Qui dobbiamo far convergere tutti i dati sinora sviluppati e scegliere la mossa più appropriata al contesto, ovvero quell'azione che massimizza maggiormente il nostro EV.
Il Rem è un precetto fondamentale, da seguire per avere sempre il polso del gioco e non cadere in facili errori.