Con il fisico, e una difesa che ha costretto San Antonio al 34% dal campo, i Miami Heat si sono presi gara 7 (95-88) e il titolo Nba, il secondo

filato. Sulla locandina c’è anche LeBron James, spaziale e decisivo: 37 punti e 12 rimbalzi, con 5 su 10 da 3, sparando sempre dritto nei momenti decisivi. E respingendo ancora una volta le critiche di non essere abbastanza vincente, per il talento e il fisico che il destino gli ha donato: «Di quello che dicono di me non m’importa - ha detto ricevendo il premio come miglior giocatore delle finali, come nel 2012 - sono uno cresciuto nei peggiori quartieri dell’Ohio, ed essere qui è già miracoloso». Ha brillato anche Dwyane Wade, 23 punti e 10 rimbalzi, l’altro cui gli Heat si sono affidati quando contava. Con Chris Bosh a zero, per una volta il terzo Supereroe è stato, a sorpresissima, Shane Battier che ad anni 34 ha messo 5 triple filate nel cuore della partita, e la difesa, fondamentale, sull’ultimo assalto di Duncan. A San Antonio, invece, sono mancati i suoi cavalieri: malissimo Tony Parker (10 punti con 3 su 12), troppo ammaccato per una partita d’autoscontri, è andato a corrente alternata anche Manu Ginobili, mentre Duncan, commovente (24 punti e 12 rimbalzi) ha spedito sul ferro palloni che solitamente imbuca. Si salva dal naufragio Kawhi Leonard che a 22 anni ha giocato con la sicurezza del veterano. Per gli Spurs le speranze di sbancare l’American Airlines Arena si sono definitivamente azzerate sulle percentuali disastrose di Green e Neal (3 su 19 in due), che fino a gara 5 avevano fatto i fuochi d’artificio. All’ultima notte, non era rimasto neppure un fiammifero. La partita è stata comunque a lungo in equilibrio (18-16 al primo quarto e 46-44 alla pausa), e giocabile fino a 2 minuti dal gong, quando una tripla di Ginobili (85-82) e un’altra di Leonard (90-88) hanno dato le ultime illusioni di vita ai texani. Poi, solo errori, di Leonard e Duncan, a 39’’, con la testa a un metro dal ferro. Tanto da scomporsi, lui imperturbabile, con le mani in faccia, sul time out successivo. Dall’altra parte, LeBron pianta la sospensione dai sei metri (92-88). Suicidio finale degli Spurs, con persa di Ginobili, e due liberi James, 94-88 a 23 secondi dal trionfo). Altro cross di Ginobili, da tre, poi un libero di Wade e, sull’errore, il rimbalzo d’attacco di Miami chiude la notte. Massimiliano Nerozzi