Giorgio Grazioso SOMIGLIA a una partita che si decide all’ultimo secondo. Stavolta non c’è in palio l’esito di una stagione, ma la sopravvivenza della FulgorLibertas ai piani alti del basket italiano.

Così va interpretato lo slittamento del vertice fra i soci, atteso per stasera ma che potrebbe essere ulteriormente aggiornato. Il presidente Giorgio Grazioso e i suoi collaboratori sono in attesa di avere alcune risposte dai soggetti contattati per supportare il club e vogliono presentarsi davanti all’intero gruppo con qualche elemento in più. Intanto procede il tic tac verso martedì 9 luglio, giorno in cui tutte le società dovranno dichiararsi. Per Forlì il bivio ormai sembra questo: o dentro la Gold League, oppure la sostanziale chiusura della società. I dirigenti smentiscono di avere in piedi delle trattative per la cessione del titolo sportivo, spauracchio che sembra dunque tramontato. Il piano di lavoro più probabile, al momento è il seguente: iscrizione alla Gold col versamento di 18 mila euro e tentativo di agguantare dei partner di peso nelle settimane successive. L’obiettivo minimo è allestire una squadra con costi risicati (ma il problema sono i costi fissi, comunque abbastanza alti per una stagione di questo livello) magari puntando sui giovani. SE QUESTO fosse il progetto sportivo, fare di Forlì una sorta di College Italia in cui far crescere alcuni fra i migliori talenti del basket nazionale, prestati dai maggiori club, potrebbe essere ben accolto dal pubblico. Si può tollerare anche una stagione avara di risultati se si vede all’opera un gruppo di promesse che si battono al 100% delle proprie possibilità. Perché Siena, Milano o Bologna dovrebbero spedirli proprio a Forlì? Per almeno tre ragioni: la garanzia di molti minuti in campo; la possibilità di giocare al PalaCredito davanti a migliaia di persone e non in una palestrina di periferia; uno staff tecnico costruito apposta per lavorare sui giovani. Quest’ultimo pezzo, con ‘Cedro’ Galli, sarebbe già a buon punto. Ma questa è solo teoria. Il problema vero è che se non si trovano entro pochi giorni degli sponsor di rilievo, il rischio che di ora in ora si fa sempre più concreto, è abbassare la saracinesca. Il low cost è possibile, ma non sotto una certa soglia e nel caso della FulgorLibertas ci sono le pendenze da onorare. Il caos nel basket italiano però è assoluto: ci sono società che non hanno pagato coach e giocatori per mesi, hanno versato solo l’Iva e ora possono presentarsi tranquillamente all’iscrizione della prossima Gold. Ma questa è una questione più grande, per ora si tratta di salvare la Forlì dei canestri.