PORT-AU-PRINCE (HAITI) - Una tragedia paragonabile e forse peggiore di quella dello tsunami asiatico del 26 dicembre 2004 che colpì un'area molto più vasta facendo oltre 230mila vittime. I morti del
terremoto di Haiti, secondo i dati forniti dal governo di Port-au-Prince, hanno raggiunto quota 212.000 su una popolazione totale del Paese inferiore ai 9 milione di abitanti e un territorio di 27 mila chilometri quadrati di poco superiore alla Lombardia. Una concentrazione di tragedia, paura e orrore difficilmente riscontrabile nella storia dell'umanità.

La cifra crudele si inserisce in una situazione ancora molto difficile con i soccorsi che hanno a lungo stentato a raggiungere livelli di efficacia accettabili e la ricostruzione che si anuncia lunga e difficilissima. Ieri ne ha parlato a New York il presidente della Camera Gianfranco Fini durante l'incontro con il segretario generale dell'Onu, Ban-ki-Moon. E Fini è sembrato voler sottolineare una certa distanza dalle critiche del responsabile della Protezione Civilie italiana, Guido Bertolaso che, durante la sua visita a Port-au-Prince aveva sottolineato alcune carenze degli aiuti: "Ho espresso - ha detto Fini - vivo apprezzamento per l'azione di coordinamento degli aiuti e degli sforzi della comunità internazionale per rendere quanto più rapida possibile la ricostruzione. Il segretario era perfettamente a conoscenza delle azioni e decisioni italiane in proposito". Senza la presenza e l'intervento delle Nazioni unite, ha aggiunto Fini, questa "tragedia globale ed epocale", avrebbe toccato "livelli di autentico allarme e autentica emergenza".
Cade un elicottero. Un elicottero impegnato nelle operazioni umanitarie ad Haiti è precipitato nella parte ovest della Repubblica Dominicana. Nell'incidente sono morti il pilota e il co-pilota, la cui nazionalità non è stata resa nota dalle autorità. L'elicottero si è schiantato al suolo nella provincia di Dajabon e rientrava da una missione nella capitale.