NAPOLI - Condizioni igienico - sanitarie critiche in cambio di affitti vertiginosi. E’ questo ciò che ricevono gli innumerevoli immigrati che vivono gli antichi terranei del centro storico. Duecento euro, a volte anche tre cento cadauno.
I poveri stranieri sono obbligati dalla necessità non solo a versare cifre esorbitanti ognuno per poter fittare una stanzetta di pochi metri quadrati, senza che vi sia un regolare contratto, ma anche talvolta a dividere il già angusto spazio con altri sventurati connazionali. Le condizioni in cui gli ignari inquilini sono costretti a vivere sono ai limiti dell’immaginazione.

Costretti a dormire tutti insieme, per questioni di spazio, su un unico materasso, cucinano ed organizzano i servizi igienici in un angolo della stessa stanza. Un operatore del primo soccorso, trovatosi ad effettuare un intervento, qualche mese fa, racconta che, per entrare all’interno degli stessi, occorreva munirsi di una mascherina, essendo il cattivo odore che proveniva dall’interno difficilmente tollerabile.
Raffaele Bruno, presidente dell’associazione “Vento del Sud”, che da tempo chiede al prefetto e al questore della città di effettuare un’indagine a tappeto sui proprietari delle “case” sotto accusa, racconta come da tempo langue sul tavolo regionale un progetto relativo proprio ai bassi cittadini. «Vorrei sapere che fine ha fatto il progetto di trasformare le migliaia di terranei fatiscenti dei vicoli di Napoli in botteghe artigiane e trattorie tipiche, di cui il Comune e la Regione si vantano tanto - tuona Bruno - la situazione in cui versano coloro che abitano questi alloggi, se così possiamo chiamarli,è disastrosa e costituisce anche un pericolo non solo per la loro stessa salute, ma anche per quella degli inquilini della stessa strada. Abbiamo più volte chiesto alle autorità competenti - continua - di effettuare un’indagine a tappeto per sapere informazioni sui loschi individui che fittano questi spazi invivibili ad immigrati e prostitute, ma nulla si è mosso. Il denaro continua ad affluire in mani sconosciute e le condizioni degli ignari inquilini peggiorare». Proprietari “fantasma” e bassi affittabili che si moltiplicano a vista d’occhio. Nessuno vuole parlarne, neanche Youssef, uno dei chiacchierati affittuari «Viviamo in dodici nella stessa stanza e li facciamo tutto - dichiara a testa bassa - paghiamo cifre molte alte, ma dobbiamo pur lavorare e mantenere la famiglia, non possiamo tornare a casa e rischiare di morire di fame».