Lo dice perfino
Oscar Wilde: "tutto ciò che è moderno, prima o poi, viene superato". Ma cosa accade se questo processo d'invecchiamento viene volutamente indotto ed esponenzialmente accelerato?

Lo dovremmo chiedere all'odierna industria consumistica che sembra aver fatto dell'obsolescenza programmata la sua principale fonte di produttività: immette nel mercato solo ciò che è stato sapientemente progettato per smettere al più presto di funzionare, o cadere in disuso, inducendo così il consumatore a buttarlo via e rimpiazzarlo. Vi siete mai chiesti come mai la vostra digitalissima e sofisticata macchina fotografica passa più tempo al centro assistenza che tra le vostre mani (e soprattutto come mai il prezzo per la riparazione equivale quasi sempre al costo di un nuovo apparecchio), mentre se mettete un rullino nell'impolverata e antiquata analogica del nonno questa funzionerà perfettamente? Bhè, se non avete una macchina fotografica potete tranquillamente riformulare la domanda parlando di frigoriferi, automobili, cellulari, PC e qualsiasi altra cosa viene definita dal vocabolario italiano "bene industriale". La risposta non cambia: la loro data di morte è già stata scrupolosamente programmata per permettere al "nuovo" di fare il suo ingresso nel mercato indossando la sua scintillante armatura da principe azzurro.
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